PON – POR

Tratto dal Rapporto dal Territorio INU 2019

A livello nazionale, al di fuori del PNRR, oltre le politiche di coesione, i programmi nel settore delle infrastrutture, per la sicurezza del territorio, contro il dissesto idrogeologico, per opere di prevenzione del rischio, per la ricostruzione nelle aree interessate dal sisma, per la riqualificazione urbana delle periferie e delle aree degradate, possono contare su stanziamenti nuovi o messi a sistema.

Nello stesso tempo, al netto del PNRR, l’Italia negli ultimi anni ha registrato un andamento degli investimenti pubblici abbastanza deludente. Secondo l’Osservatorio congiunturale 2019 di ANCE gli investimenti pubblici sono calati di oltre il 50% in 10 anni, determinando un deficit infrastrutturale di 84 miliardi di euro. Sempre secondo l’ANCE il deludente andamento del 2018 è il risultato del permanere di grandi difficoltà nell’avvio della realizzazione delle opere pubbliche in Italia che hanno annullato qualsiasi effetto positivo delle misure di sostegno degli investimenti.

Il Fondo investimenti e infrastrutture presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, istituito con la Legge di bilancio per il 2017 e rifinanziato nel 2018 per un totale di 83 miliardi di euro fino al 2033, che avrebbe dovuto rappresentare il fulcro della politica infrastrutturale italiana, ha accumulato ritardi. I tempi di ripartizione del fondo, e l’incertezza derivante dalla sentenza della Corte Costituzionale (n. 74/2018) che ha riscontrato parziali problemi di costituzionalità della norma istitutiva del Fondo, hanno fortemente limitato gli effetti sul livello degli investi-menti rispetto alle previsioni del Governo. Superati gli ostacoli posti dalla Consulta, il Fondo Investimenti è ripartito, ma con risorse minori. Il Fondo, infatti, ha subìto una decurtazione di 585 milioni di euro, che sono stati destinati dal Decreto Emergenze ad una serie di misure per Genova dopo il crollo del ponte Morandi.

Sulla Gazzetta ufficiale n 28 del 2 febbraio 2019 è stato pubblicato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 novembre 2018 recante “Ripartizione delle risorse del Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese di cui all’articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2017, n. 205”. Il fondo è ripartito tra i vari ministeri in 16 anni dal 2018 al 2033 e gli importi sono stati ridotti, per effetto dell’utilizzazione a copertura da diversi articoli del D.L. n. 109/2018 (cd. Decreto-legge Genova). Pertanto dai circa 36 miliardi iniziali si è passati a circa 35 miliardi di euro, ripartiti fra i seguenti settori:

  • trasporti e viabilità: 8,801 milioni;
  • mobilità sostenibile e sicurezza stradale: 3,478 milioni;
  • infrastrutture, anche relative alla rete idrica e alle opere di collettamento, fognatura e depurazione: 792,382 milioni;
  • ricerca: 1 miliardo 401 milioni;
  • difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche; 1 miliardo e 881 milioni;
  • edilizia pubblica, compresa quella scolastica e sanitaria: 5 miliardi 620 milioni;
  • attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni: 6 miliardi 874 milioni;
  • digitalizzazione delle amministrazioni statali: 1 miliardo e 354 milioni;
  • prevenzione del rischio sismico: 1 miliardo e 655 milioni;
  • investimenti in riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie: 354 milioni;
  • potenziamento infrastrutture e mezzi per l’ordine pubblico, la sicurezza e il soccorso: 3,21 miliardi;
  • eliminazione delle barriere architettoniche: 294 milioni.

In questo contesto inseriscono le leggi di bilancio, e nella figura sottostante si riporta una figura che riporta a quella del 2019, che conferma le filiere che attengono alle politiche di coesione con particolare evidenza ai piani operativi nazionali e regionali, finanziati dalle risorse europee e dal Fondo sviluppo e coesione, ai programmi per le periferie e le aree degradate; maggiore evidenza è attribuita alla pianificazione del fondo per le infrastrutture, comprese le infrastrutture per lo sport, così come ai piani per il dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio, anche con riguardo ai beni culturali.

Fig. 1 – Confronto priorità delle leggi di bilancio 2016 e 2019

Oggi le programmazione nazionale e regionale è entrata in una nuova fase, quella UE 2021-2027 (per una panoramica si veda https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/find-funding/eu-funding-programmes_it) ma soprattutto è concentrata sul PNRR, descritto nelle relative sezioni del presente Rapporto.