Italia Mediana

L’Istituto Nazionale di Urbanistica da alcuni anni, e in particolare in riferimento alle riflessioni sulle Piattaforme Strategiche della programmazione 2007-2013, sta affrontando il tema della governance dei Progetti di Territori e del contesto ottimale per lo sviluppo degli stessi Progetti di Territorio in una visione macroregionale. In questo senso, le ricerche dell’INU in collaborazione con il Laboratorio ANTEA dell’Università dell’Aquila hanno individuato quale modello di riferimento la “Macroregione” intesa come sperimentazione a livello nazionale basata sul modello europeo (come ad esempio l’Alpina o la Adriatico-Ionica), e ha proposto una verifica di tale modello sulla cosiddetta “Italia Mediana”, individuando così la relativa “Macroregione Mediana”.

Il cratere del sisma 2016-17 è parte centrale di tale contesto territoriale, con il quale necessariamente si relaziona in termini di integrazione e multi-scalarità attraverso i sistemi e le reti, come ad esempio i cosiddetti “Telai Territoriali” introdotti in una sezione del presente Rapporto.

Di seguito si riportano gli elementi principali di questo ampio contesto, tratti dal Rapporto dal Territorio INU 2019, che riguardano l’Italia centrale e che collocano a livello spaziale-relazionale il cratere del sisma 2016-17 in un contesto più ampio di livello nazionale ed europeo.

Italia Mediana e Macroregione Mediana

I modelli concettuali tradizionali che spesso vengono richiamati dalle politiche regionali dell’Italia Mediana si riferiscono ad analisi socio-economiche e demografiche che ne rappresentano bene la dualità: la costa, alla quale appartengono i territori a maggiore dinamicità, l’area collinare e montuosa, alle quali appartiene il sistema della criticità insediativa (sottoutilizzo). Tali politiche hanno prodotto ad esempio lo sviluppo delle aree relative al corridoio adriatico e alle penetrazioni verso le città capoluogo, con la conseguenza che le azioni messe in campo non sono riuscite a riconnettere i territori regionali, ma spesso hanno creato una maggiore ed evidente rottura tra Regione interna e costa.

Superare questi schematismi e interpretare il sistema dell’Italia centrale all’interno dell’Area mediana comporta necessariamente l’abbandono del modello duale e policentrico verso un’interpretazione per Sistemi Territoriali dei quali studiare le relazioni interne di rete (reti corte) e le relazioni esterne con le reti lunghe nell’ambito di articolazioni Macroregionali.

Il documento “Macro-regional strategies in the European Union dell’Unione Europea” definisce la Macroregione come “un’area che comprende territori di diversi paesi o regioni che hanno una o più caratteristiche comuni o sfide“.

Si possono distinguere due tipi di Macroregioni. Il primo tipo fa riferimento alla costituzione conseguente alla valutazione di opportunità molto specifiche ed evidenti o problemi che non possono essere affrontati in modo soddisfacente da regioni o paesi che agiscono da soli, o anche lavorando insieme su base settoriale. Nel secondo tipo non emergono problemi od obiettivi evidenti, ma un gruppo di regioni può essere comunque convinto che attraverso strategie comuni e integrate le regioni potranno essere più competitive sul mercato globale, pur mantenendo gli standard sociali e ambientali.

Una Macroregione per l’Italia Mediana è una Macroregione che si basa su di un impianto ibrido, derivato da evidenti criticità socio-economiche ma anche da opportunità comuni connesse all’area euromediterranea ed all’area balcanica. Il suo obiettivo generale è quello di integrare reti lunghe e reti corte, dove per reti lunghe si intendono quelle formate dalle città con maggior peso competitivo e da sistemi territoriali secondari (comunque di peso notevole), e per reti corte quelle formate da sistemi territoriali minori generalmente escluse dai grandi progetti di sviluppo e generalmente isolati.

Nel contesto dell’Italia Mediana assumono un ruolo rilevante alcune analisi prodotte per il Disegno Strategico della Regione Abruzzo a supporto del QSN (Proiezioni Territoriali per le Città) e nell’ambito delle Piattaforme Strategiche, in cui l’individuazione dei Sistemi insediativi territoriali di diversa natura e tra di loro dipendenti è riguardata come superamento di modelli interpretativi tradizionali che mal descrivono le potenzialità delle aree interne della regione sottoutilizzate e svantaggiate (policentrismo, dualismo). Questi Sistemi territoriali (1. Poli urbani maggiori, 2. Città lineare della costa, 3. Rete dei borghi o dei Poli minori, 4. Paesaggi abitati), che interpretano reti dal livello locale a quello regionale e transregionale (Italia mediana), sono interpretati quali sistemi di relazioni integrati, capaci di creare Massa Critica in relazione alla loro capacità di entrare in relazione e quindi integrarsi a tutte le scale e livelli.

Il “Progetto nei Territori Snodo 2” del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e della Regione Abruzzo, ha consentito di analizzare e sperimentare i quattro Sistemi insediativi territoriali e le relative Reti di città, di definire una prima estensione della Macroregione Mediana e di mettere in relazione questi con i Progetti di Territorio censiti attraverso il Rapporto ANCE “RECOVERY PLAN E TERRITORI, La ripartizione per regione dei progetti di interesse del settore delle costruzioni” (ottobre 2021).

Fig. 1 – A sinistra i Sistemi insediativi territoriali, a destra le reti di Città nella Macroregione Mediana (elab. Mauro Falini)

Fig. 2 – Macroregione Mediana e Progetti di Territorio (programmazione 2015)

I Progetti di Territorio sono uno strumento/criterio possibile per un’ottimale selettività e concentrazione di tutte le risorse presenti sul territorio e coinvolgono la valorizzazione delle eccellenze costituite dalle città stesse, nella dimensione di area vasta e quindi la crescita della competitività tra Città e Territori. Rappresentano anche lo strumento connettivo tra Sistemi insediativi territoriali e Reti di Città, e utilizzano il loro potenziale competitivo per conseguire lo sviluppo delle aree interne come di quelle costiere o metropolitane. Essi connettono i territori del Cratere del sisma 2016-17 con quelli delle Regioni e dell’Italia Mediana, notoriamente vocati ad accogliere domande orientate ad una molteplicità di offerte, e dai quali è possibile cogliere le esperienze accumulate nell’organizzazione dei propri sistemi e nella valorizzazione dei propri patrimoni. Tali connessioni efficientano e potenziano a loro volta i cosiddetti Telai Territoriali, plasmati nell’Italia Centrale dalla sequenza costa bassa, media collina, solchi vallivi, storicamente insediati sia nei crinali (centri storici), che nelle zone irrigue (case sparse), e che costituiscono la maglia del modello insediativo medio adriatico la quale lettura è fondata sugli elementi di cui si è detto finora.

Nella pagina dedicata al PNRR si presenta una mappa aggiornata allo stato attuale della programmazione del Cratere, delle Regioni e dello spazio Nazionale.