Politiche

ABRUZZO

Tratto dal Rapporto dal Territorio INU 2019

1. IL QUADRO DI SINTESI SOCIO-ECONOMICO

Con una popolazione di 1.322.247 residenti e 556.444 famiglie, l’Abruzzo rappresenta una Regione di media dimensione, con dinamiche demografiche che nell’ultimo triennio che hanno fatto registrare un calo nella media nazionale (-0,32%).

Posizione di bassa classifica sul piano economico: sedicesima per valore aggiunto ai prezzi base (28.691 euro nel 2016 ) e in calo risulta la situazione del mercato del lavoro, con una struttura economica ancora segnata dalla crisi, che nell’ultimo anno (2017-18) ha fatto registrare una decrescita di occupati pari al -0,89% (a livello nazionale si è verificato un incremento del 1,35%), e il 7,41% di occupati in più nel settore delle costruzioni (a livello nazionale si è verificato un incremento del 0,50%). Nel 2017 il tasso di disoccupazione è stato del 11,90%, più alto quindi del valore nazionale (11,2%).

Secondo le proiezioni ISTAT (scenario mediano), nel 2065 l’andamento della popolazione residente tenderebbe ad una diminuzione (-17,68%), superiore al dato nazionale (-10,72%), con un incremento significativo dell’indice di anzianità pari al +65,31%), inferiore al dato nazionale (+68,18%).

Il settore delle costruzioni, per quanto riguarda i nuovi edifici o loro ampliamenti nel periodo 2005-2015, ha segnato un calo significativo, pari al -82,55%, di poco inferiore al dato nazionale (-84,11%). Di contro, nel periodo 2015-2017 il consumo di suolo ha registrato un incremento pari al +0,29%, inferiore di poco al dato medio nazionale (+0,43%). Infine, in relazione alla spesa dei Programmi Operativi Regionali 2014-2020, nel 2018 la Regione presenta un avanzamento del 2,8%, molto inferiore al dato più significativo della Regione Emilia Romagna pari al 25,70%.

2. LO STATO DELLA LEGISLAZIONE REGIONALE

Legge Urbanistica RegionaleLegge Regionale sul Consumo di SuoloLegge Regionale sulla Rigenerazione urbana
L.R. n. 18/83 “Norme per la conservazione, tutela, trasformazione del territorio della regione Abruzzo”, mod. L.R.70/95, L.R. 89/98, L.R. 11/99, L.R. 26/2000 e L.R. 5/2001. Avviato l’iter per una nuova Lur
  • Nell’agosto 2018 la Regione Abruzzo ha ritirato dal procedimento di approvazione il progetto di legge sul “Governo, tutela e uso del territorio”, una nuova Legge Urbanistica regionale a firma dell’ex assessore Donato Di Matteo. La legge è stata ritirata a causa delle numerose criticità e improprie articolazioni riscontrate in particolare dalla sezione INU Abruzzo e Molise.
  • E’ necessario definire un percorso metodologico e consultivo unitario per la definizione amministrativa della nuova Legge urbanistica regionale anche in relazione al nuovo Piano Paesaggistico. Questa legge deve delimitare efficacemente anche il sistema di governance e il sistema delle garanzie che ne definiscono la coerenza tra obiettivi (finalità) e mezzi (strumenti).
  • La destinazione dei proventi dei titoli abilitativi e delle sanzioni andrebbero destinati in via “esclusiva” alle opere di urbanizzazione; si auspica inoltre la creazione di un fondo ad hoc per inserire lo strumento di compensazione ecologica sul modello della Legge della Regione Lombardia n. 12/2005.
  • In tema di Consumo del suolo è opportuno puntare su di una progressiva riduzione dell’indice della velocità di urbanizzazione (ha/anno o mq/giorno), introducendo anche meccanismi di compensazione, perequazione, fiscalità urbanistica.
  • Nella più generale linea di contenimento del consumo di suolo, si dovrà tener conto che sempre meno le suture della periferia verranno assicurate dalla occupazione degli spazi vuoti, mentre la porosità della città dovrà essere vista come valore, sul quale lavorare anche in termini di configurazione degli spazi.
  • Si auspica una maggiore integrazione delle politiche di contenimento del consumo di suolo all’interno degli strumenti di programmazione regionale (Documento di Programmazione Economico e Finanziaria Regionale, Fondi di Coesione, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, Fondo Aree Sottoutilizzate, etc.).
  • In tema di Rigenerazione Urbana si ritiene che in una prospettiva di medio periodo si dovrà pensare a forme di utilizzo anche temporaneo delle parti dismesse, recintate da mura, crollate o, comunque, sottratte all’uso quotidiano, rivolte a diversi protagonisti delle trasformazioni che puntino sulla gestione degli spazi piuttosto che sulla loro valorizzazione e vendita, concependo regimi flessibili che non escludano riorganizzazioni di scala vasta, ma colgano i fattori di scala minore e soprattutto sviluppino i processi partecipativi.
  • La Regione dovrà orientare verso la Rigenerazione anche la legislazione di Recupero dei Centri storici minori.

3. LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE DI AREA VASTA

PIANI TERRITORIALI E DI SETTORE

Piano Regionale TerritorialePiano Regionale PaesaggisticoPiano di Assetto IdrogeologicoPiano Stralcio Difesa AlluvioniPiano Regionale Attività Estrattive
Quadro di Riferimento Regionale, anno 2000In itinere2008 e successive varianti2008 e successive varianti2018

I PIANI TERRITORIALI PROVINCIALI

CHIETIPESCARAL’AQUILATERAMO
1998199819981998 (2017 Variante – Piano Strategico Provinciale per la Sostenibilità Ambientale e il Contenimento del Consumo di Suolo)
  • Necessità di un nuovo Quadro di Riferimento Regionale, adeguato alle strategie di pianificazione e programmazione attuali.
  • Necessità di accelerare il processo di approvazione del nuovo Piano Paesaggistico, sia attraverso la definizione dell’Accordo con il MIBAC e sia attraverso una nuova Legge regionale di governo del territorio.
  • Procedere al recepimento della Carta dei Luoghi e dei Paesaggi (predisposta nell’ambito del nuovo Piano Paesaggistico e già adottata con DGR) ed alla sua utilizzazione nella redazione degli strumenti urbanistici con specifico riferimento al Restauro del territorio ed alla prevenzione dei Rischi.
  • Mancano Strumenti e Linee di indirizzo sia per le attività di pianificazione, (la coerenza e la convergenza orizzontale tra le azioni dei vari piani di settore), sia per l’attività valutativa (obiettivi generali di sostenibilità ambientale della Regione Abruzzo e Core Set di Indicatori Ambientali Regionali).

4. LO STATO DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE

Documento di Programmazione Economico e FinanziariaPiano Operativo FESRProgramma di Sviluppo RuralePiano Energetico RegionalePiano di Gestione dei RifiutiPiano Regionale dei TrasportiPiano Regionale di Tutela delle AcquePiano di Tutela della Qualità dell’AriaPiano del Demanio Marittimo
2019-2011 Appr. 20182014-2020 appr. 20152014-2020 appr. 201520092018201620172014 (in agg.)2013
  • E’ necessario integrare gli strumenti previsti dalla programmazione 2019-2021 con gli strumenti ordinari del governo del territorio (Valutazione, Progetti speciali territoriali, Programmi di rigenerazione urbana, etc).
  • La promozione dell’attività agricola necessita di una maggiore convergenza verso gli obiettivi della Politica Agricola Comunitaria 2014-2020, con particolare riguardo ai pagamenti agro-climatico-ambientali e allo strumento degli Accordi Agroambientali d’area. Lo sviluppo di tali strumenti potrebbe consentire ai Comuni (o le loro Unioni) di fungere da catalizzatori e raccoglitori di interessi dei proprietari di terreni agricoli, veicolare più facilmente i finanziamenti, fornire assistenza tecnica anche a livello progettuale.
  • In relazione agli atti propedeutici alla programmazione, è necessario sviluppare il Progetto di Territorio Snodo 2 – Abruzzo (MIT/Regione Abruzzo), integrando la connessa Macroregione Mediana con quella Adriatico-Ionica, individuando una Vision unica corrispondente ad un modello sociale di sviluppo condiviso.
  • Il Masterplan Abruzzo – Patto per il Sud approvato nel 2016 prevede circa 1MLD di euro di interventi che non sono riconducibili ad una idea generale di sviluppo territoriale tanto meno sono coerenti al Disegno Strategico Regionale definito nella programmazione 2007-2013.

5. AREE CRITICHE E TEMI SPECIFICI

  • E’ necessario mettere a regime il sistema delle Autorità Ambientali (RETE AA) e il confronto partenariale.
  • Sono necessarie Linee Guida di settore per la Valutazione Ambientale Strategica e la Valutazione di Incidenza.
  • Si deve superare la questione della duplicazione della Valutazione (VAS-VIA) per interventi di natura progettuale (integrazione e scalarità), anche in riferimento agli Indicatori, alla loro alimentazione ed aggiornamento alle scale locali;
  • E’ necessario ricondurre le prassi di Valutazione alla loro natura sostanziale e ridurre l’attuale conformazione burocratica spesso falsamente scientista, privilegiando la loro introduzione nei processi di pianificazione e la loro reale comprensione da parte della comunità locale.
  • Le due strategie per le “aree urbane” e per le “aree interne” devono essere declinate perlomeno alla scala regionale nell’ambito della stessa visione strategica in modo da esaltare e valorizzare le reciproche interazioni.

LAZIO

Tratto dal Rapporto dal Territorio INU 2019

1. IL QUADRO DI SINTESI SOCIO-ECONOMICO

Con una popolazione di 5.898.124 residenti e 2.646.277 famiglie, Il Lazio rappresenta una Regione di grande dimensione, con dinamiche demografiche che nell’ultimo triennio che hanno fatto registrare un aumento nella media nazionale (+0,16%).

Posizione di alta classifica sul piano economico: seconda per valore aggiunto ai prezzi base (139.611 euro nel 2016 ) e problematica risulta la situazione del mercato del lavoro, con una struttura economica ancora segnata dalla crisi, che nell’ultimo anno (2017-18) ha fatto registrare una crescita di occupati pari al 1,73% (a livello nazionale si è verificato un incremento del 1,35%), e il 16,99% di occupati in più nel settore delle costruzioni (a livello nazionale si è verificato un incremento del 0,50%). Nel 2017 il tasso di disoccupazione è stato del 10,80%, più basso quindi del valore nazionale (11,2%).

Secondo le proiezioni ISTAT (scenario mediano), nel 2065 l’andamento della popolazione residente tenderebbe ad un aumento (+0,72%), superiore al dato nazionale (-10,72%), con un incremento significativo dell’indice di anzianità pari al +62,70%), inferiore al dato nazionale (+68,18%).

Il settore delle costruzioni, per quanto riguarda i nuovi edifici o loro ampliamenti nel periodo 2005-2015, ha segnato un calo significativo, pari al -74,57%, di poco inferiore al dato nazionale (-84,11%). Di contro, nel periodo 2015-2017 il consumo di suolo ha registrato un incremento pari al +0,48%, superiore di poco al dato medio nazionale (+0,43%). Infine, in relazione alla spesa dei Programmi Operativi Regionali 2014-2020, nel 2018 la Regione presenta un avanzamento del 6,5%, molto inferiore al dato più significativo della Regione Emilia Romagna pari al 25,70%.

2. LO STATO DELLA LEGISLAZIONE REGIONALE

Legge Urbanistica RegionaleLegge Regionale sul Consumo di SuoloLegge Regionale sulla Rigenerazione urbana
Legge n. 38/99, “Norme sul governo del territorio” In itinere il “Testo Unico delle norme sul governo del territorio—-Legge 22/97 “Norme in materia di Programmi integrati di intervento” Legge 7/2017 “Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio” In itinere il “Testo Unico delle norme sul governo del territorio
  • Sospeso immotivatamente l’iter di approvazione del Testo Unico regionale delle norme sul governo del territorio e venuta meno la validità del Piano Casa (LR n. 21/2009 e ss. mm. e ii.), più volte prorogata sino al 31.05.2017, il panorama normativo regionale in ambito urbanistico è caratterizzato dall’emanazione della legge sulla rigenerazione urbana (LR 18.7.2017, n. 7).
  • Tale legge si pone in attuazione dell’articolo 5, comma 9, del DL n. 70/2011 (convertito, con modifiche, nella L n. 106/2011) e dell’art. 2 bis del DPR n.380/2001 e detta disposizioni ordinarie finalizzate a promuovere la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, la riqualificazione di aree urbane degradate ed il recupero di tessuti edilizi disorganici o incompiuti mediante interventi di demolizione e ricostruzione, adeguamento sismico e efficientamento energetico, incentivati da incrementi di cubatura.
  • La Legge, oltre a normare gli interventi ammissibili sul patrimonio edilizio esistente (artt. 4, 5 e 6), da attuarsi con modalità diretta, eredita dal Testo Unico regionale le norme per la rigenerazione urbana (art. 2 “Programmi di rigenerazione urbana” e art. 3 “Ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio”), che estrae tuttavia dalla proposta di legge in modo acritico, decontestualizzandole e lasciando ancora aperti i problemi della pianificazione a tutti i livelli (regionale, provinciale, della Città metropolitana, della pianificazione comunale tradizionale, della pianificazione attuativa ed infine anche dei rapporti con le pianificazioni di settore).
  • Gli interventi ivi normati vengono comunque ricondotti nell’alveo della pianificazione ordinaria di livello locale, con netto superamento della logica derogatoria del Piano Casa. L’attuazione della maggior parte delle tipologie di intervento previste è infatti subordinata ad un atto pianificatorio da parte del Comune, volto all’individuazione di specifici ambiti territoriali preordinati alla rigenerazione ed al recupero edilizio, da attuarsi anche attraverso programmi complessi, o di una variante normativa, da approvarsi con le procedure semplificate previste dalla LR n. 36/87.
  • Nonostante il ruolo centrale conferito ai Comuni nel governo e nella programmazione della rigenerazione urbana e della riqualificazione del tessuto edilizio esistente, l’assenza di direttive regionali circa le incombenze comunali propedeutiche alla corretta e completa applicazione della legge, con particolare riferimento alla valutazione della fattibilità delle trasformazioni e alla definizione degli strumenti urbanistici più idonei alla loro gestione, la carenza di risorse finanziarie e le difficoltà procedurali che continuano a disincentivare l’intervento dei privati rischiano di far rimanere tale iniziativa un vuoto proclama di buone intenzioni.
  • L’esclusione dall’applicazione degli artt. 2, 3, 5 e 6 della legge dei centri storici così come perimetrati dal PTPR non preclude inoltre dalla possibile trasformazione le aree edificate che, pur non incluse in tali perimetri, sono classificate dagli strumenti urbanistici locali come tessuti storici, e come tali assimilabili a zone omogenee A. Ciò risulta ancor più grave in quanto, mentre i precedenti articoli richiedono una valutazione preliminare di merito del Comune, attraverso la definizione di ambiti, o l’approvazione di programmi o di varianti normative, gli interventi di cui all’art. 6, sempre consentiti in modalità diretta, rischiano di alterare, attraverso una incontrollata sostituzione edilizia con premi in cubatura, la qualità urbana di tessuti della città storica e consolidata, non altrimenti tutelati da disposizioni sovraordinate.

3. LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE DI AREA VASTA

PIANI TERRITORIALI E DI SETTORE

Piano Regionale TerritorialePiano Regionale PaesaggisticoPiano di Assetto IdrogeologicoPiano Gestione Rischio AlluvioniPiano Regionale Attività Estrattive
In itinereApprovato201220152011
  • La nuova Giunta regionale del Lazio, riconfermata nel 2018 a seguito delle elezioni regionali, ha dovuto riformulare la proposta di Deliberazione Consiliare inerente l’approvazione del PTPR, non conclusasi nel corso della precedente legislatura. Il Consiglio Regionale ha approvato il PTPR con DCR n. 5 del 2.8.2019, pubblicato sul BUR del Lazio il 13.02.2020. Sul Piano approvato e tuttora vigente è stato presentato il 17.04.2020 dal MIBACT il ricorso per conflitto di attribuzione fra Enti davanti alla Corte Costituzionale (pubblicato sul BUR del Lazio del 28.04.2020) che allo stato attuale non incide sull’efficacia del PTPR medesimo.

I PIANI TERRITORIALI PROVINCIALI

FROSINONELATINARIETIVITERBOROMA
20072016200920082010
  • Lo Schema di Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG) della Provincia di Latina, elaborato ai sensi dell’art. 20 della LR n. 38/99, è stato approvato dal Consiglio Provinciale con Del. n.25 del 27.9.2016 (Adozione PTPG). Il piano mira a mitigare la problematica delle relazioni economiche e spaziali della Provincia di Latina, ipotizzando un’organizzazione policentrica di servizi e funzioni strategiche partendo dalle peculiarità culturali, sociali ed economiche delle tre sub-aree provinciali (nord-pontino, sud-pontino e zona montana). In particolar modo la strategia di piano si basa su tre obiettivi principali: il rafforzamento delle direttrici strutturali storiche con interventi finalizzati all’inserimento di centralità urbane e di servizi; la definizione programmatica delle parti che costituiscono unità tipo-morfologiche omogenee, regolate con sezioni distinte di norme di indirizzo; l’individuazione di aree strategiche per la localizzazione di servizi, secondo la loro classificazione e gerarchia funzionale.

4. LO STATO DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE

Documento di Programmazione Economico e FinanziariaPiano Operativo FESRProgramma di Sviluppo RuralePiano Energetico RegionalePiano di Gestione dei RifiutiPiano Regionale dei TrasportiPiano Regionale di Tutela delle AcquePiano di Risanamento della Qualità dell’AriaPiano del Demanio Marittimo
2018 (2019-2021)2015 Mod.201720152017 Adozione2012In itinere2016 Adozione2009In fase di elabora-zione
  • Il nuovo Documento di economia e finanza regionale 2019-2021 è stato approvato con Del. n. 19 del CR 18.12.2018. La strategia adottata mira a superare il binomio “risanamento-crescita per coniugare la crescita economica sostenibile e la riduzione delle disuguaglianze, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica” attraverso la definizione di tre pilastri strategici di governo: il progresso socio-economico e territoriale sostenibile, la redistribuzione, l’equilibrio finanziario. Gli obiettivi si pongono in linea con la Strategia Europa 2020, ponendo al centro, tra gli altri principi, quello della promozione dell’economia circolare come leva per la competitività e la riduzione dell’impatto ambientale.
  • In data 6.10.2017 è stata presentata richiesta di modifica del POR Lazio FESR approvato nel 2015, inerente: adeguamenti nella descrizione di alcune azioni e dei relativi indicatori, a seguito di approfondimenti e di valutazioni sugli strumenti finanziari nonché sulla disponibilità ed adeguatezza degli indicatori stessi; variazioni per l’attuazione della strategia nazionale per la Banda Ultra Larga. La richiesta riguardava, inoltre, l’introduzione della nuova Azione 5.3.2 “Interventi di microzonazione e di messa in sicurezza sismica degli edifici pubblici strategici e rilevanti ubicati nelle aree maggiormente a rischio”. Tale introduzione si è resa necessaria per integrare nel programma le risorse finanziarie aggiuntive destinate alla Regione Lazio a seguito dell’assegnazione del cosiddetto “Contributo solidarietà sisma”. In conformità all’art. 110, paragrafo 2, lettera e), del regolamento (UE) n. 1303/2013, il comitato di sorveglianza ha approvato, in data 21.9.2017, la proposta di modifica del POR. Con la Decisione di esecuzione della Commissione del 7.12.2017 è stata, quindi, modificata la decisione di esecuzione C(2015) 924, di approvazione del POR Lazio FESR per il sostegno del FESR nell’ambito dell’obiettivo “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione”.
  • Nella proposta di Piano Energetico Regionale del Lazio, adottata il 17.10.2017 (D.G.R. n. 656, pubblicata sul BURL del 31.10.2017 n.87 suppl. nn.2, 3 e 4, a partire dall’Analisi del Bilancio Energetico Regionale e del potenziale sviluppo nella produzione energetica da fonti rinnovabili, sono delineati scenari e obiettivi strategici con un orizzonte temporale al 2020, al 2030 e al 2050, in linea con gli obiettivi a livello nazionale e comunitario dal punto di vista temporale, e viene individuata la programmazione e le politiche di intervento per la riduzione delle emissioni climalteranti e per l’implementazione di energia rinnovabile nel mix energetico locale, prevedendo anche il monitoraggio e l’aggiornamento periodico del PER ai fini della verifica degli obiettivi prefissati e per mettere in campo azioni correttive.
  • Il Piano regionale della Mobilità, dei Trasporti e della Logistica nasce dalla collaborazione tra Regione Lazio, Aremol – Agenzia Regionale per la Mobilità, e il CTL – Centro di ricerca per il Trasporto e la Logistica della Sapienza Università di Roma. Il processo di pianificazione per la redazione del PRMTL, all’interno del quale sono confluiti i contenuti del Piano dei Trasporti mai approvato dalla Regione, è stato avviato nel 2013, con l’adozione degli Indirizzi per la stesura del Piano, le cui Linee guida e il cui Documento preliminare di Piano, elaborati dall’Assessorato alla Mobilità della Regione Lazio, sono stati approvati fra febbraio e luglio del 2014 da parte della Giunta Regionale. Nell’ottobre 2017 il PRMTL è stato consegnato ma, anche a seguito dell’avvicendarsi della nuova giunta, ad oggi risulta ancora non approvato. Il Piano, in linea con gli obiettivi europei di riduzione dei gas serra, punta ad un riassetto della Mobilità regionale, prendendo atto dei corridoi di mobilità che attraversano il territorio regionale (rete TEN-T comprehensive e core, rete Eurovelo, rete Bicitalia…). A partire da una analisi geografica, socioeconomica e dei sistemi urbani che influenzano la mobilità della regione, il Piano definisce interventi per il settore della logistica, definendo e potenziando il ruolo dei porti, aeroporti e dell’area metropolitana di Roma, per il sistema ferroviario regionale, secondo le politiche comunitarie e le direttive UE, per il sistema di trasporto pubblico locale, di razionalizzazione, ottimizzazione e intermodalità, e interventi su strade, porti e aeroporti.
  • Ai fini dell’aggiornamento del Piano di risanamento della qualità dell’aria, la Regione Lazio ha individuato, nel corso del 2017, le risorse finanziarie e stipulato una convenzione con l’ARPA Lazio, dando avvio alle attività previste nell’ambito della suddetta convenzione per arrivare all’attivazione della procedura di VAS, nella quale è prevista la partecipazione dei cittadini e degli stakeholder con la possibilità di inviare osservazioni utili ad ampliare la conoscenza e la condivisione delle scelte di pianificazione inerenti le misure di riduzione dell’inquinamento nel Lazio.

5. AREE CRITICHE E TEMI SPECIFICI

  • Sulle prospettive della pianificazione metropolitana deve dirsi che, benché il PTPG della Provincia di Roma costituisca un riferimento ancora valido e recente (2010), si riscontra una certa inerzia nell’iter di pianificazione da parte della Istituzione metropolitana, forse in parte riconducibile anche alla incertezza determinata dall’arresto di alcune significative proposte di legge e dall’assenza di coordinamento interistituzionale. Attualmente, dopo l’approvazione delle Linee guida per la predisposizione del Piano Strategico Metropolitano (2015) e del Documento di indirizzo del Piano strategico (2016), la Città metropolitana ha elaborato una Prima ipotesi del percorso tecnico amministrativo di definizione e individuazione delle zone omogenee della Città metropolitana di Roma Capitale (2017).

UMBRIA

Tratto dal Rapporto dal Territorio INU 2019

1. IL QUADRO DI SINTESI SOCIO-ECONOMICO

Con una popolazione di 888.908 residenti e 385.072 famiglie, l’Umbria rappresenta una Regione di piccola dimensione, con dinamiche demografiche che nell’ultimo triennio che hanno fatto registrare un calo nella media nazionale (-0,26%).

Posizione di bassa classifica sul piano economico: diciassettesima per valore aggiunto ai prezzi base (19.158,8 euro nel 2016 ) e problematica risulta la situazione del mercato del lavoro, con una struttura economica ancora segnata dalla crisi, che nell’ultimo anno (2017-18) ha fatto registrare una decrescita di occupati pari al -1,19% (a livello nazionale si è verificato un incremento del 1,35%), e l’aumento del 3,81% di occupati in più nel settore delle costruzioni (a livello nazionale si è verificato un incremento del 0,50%). Nel 2017 il tasso di disoccupazione è stato del 10,7%, più basso quindi del valore nazionale (11,2%).

Secondo le proiezioni ISTAT (scenario mediano), nel 2065 l’andamento della popolazione residente tenderebbe ad una diminuzione (-12,83%), superiore al dato nazionale (-10,72%), con un incremento significativo dell’indice di anzianità pari al +60,29%, inferiore al dato nazionale (+68,18%).

Il settore delle costruzioni, per quanto riguarda i nuovi edifici o loro ampliamenti nel periodo 2005-2015, ha segnato un calo significativo, pari al -90,83%, di poco superiore al dato nazionale (-84,11%). Di contro, nel periodo 2015-2017 il consumo di suolo ha registrato un incremento pari al +0,20%, inferiore al dato medio nazionale (+0,43%).

Infine, in relazione alla spesa dei Programmi Operativi Regionali 2014-2020, nel 2018 la Regione presenta un avanzamento del 9,80%, inferiore al dato più significativo della Regione Emilia Romagna pari al 25,70%.

2. LO STATO DELLA LEGISLAZIONE REGIONALE

Legge Urbanistica RegionaleLegge Regionale sul Consumo di SuoloLegge Regionale sulla Rigenerazione Urbana
Legge Regionale 21 gennaio 2015, n. 1 “Testo unico governo del territorio e materie correlate”Tema trattato in parte all’interno della Legge Regionale 21 gennaio 2015, n. 1 “Testo unico governo del territorio e materie correlate”Tema trattato in parte all’interno della Legge Regionale 21 gennaio 2015, n. 1 “Testo unico governo del territorio e materie correlate”

Come già espresso nel Rapporto 2016, la Sezione INU Umbria, pur apprezzando il notevole impegno nella sistematizzazione di un’ampia ed articolata produzione normativa, pone alcune osservazioni in merito ad aspetti specifici del “Testo unico governo del territorio e materie correlate” (L.R. 1/2015), principalmente connessi alla pianificazione urbanistica comunale.

I temi che, in via prioritaria, hanno dato luogo a riflessioni critiche attengono a:

  • il consumo di suolo e il dimensionamento del piano, in quanto la legge non definisce chiaramente il significato stesso del termine “consumo di suolo”;
  • la pianificazione integrata per lo spazio rurale e gli interventi di riqualificazione/valorizzazione del paesaggio nello spazio rurale, in quanto, diversamente dalla precedente L.R. 11/2005 in materia di governo del territorio e pianificazione urbanistica comunale, il Testo unico non contiene specifiche previsioni o strumenti per interventi di riqualificazione/valorizzazione del paesaggio nello spazio rurale, come peraltro richiamato in varie iniziative organizzate dalla Sezione INU Umbria con l’Ordine professionale degli Agronomi e Dottori forestali.

Per quanto attiene al tema della rigenerazione urbana e sociale, si segnalano alcune esperienze innovative che a seguito dell’adozione di “Regolamenti per la gestione condivisa dei beni comuni” (Perugia, Terni, Orvieto, Todi, Città della Pieve, Narni, Arrone), hanno portato alla formalizzazione di “Patti di collaborazione” in sinergia con forze attive della società civile per la cura e la rigenerazione di spazi pubblici o privati, anche mettendo in campo interventi tecnici e finanziari per il sostegno di categorie svantaggiate.

3. LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE DI AREA VASTA

PIANI TERRITORIALI E DI SETTORE

Programma Strategico TerritorialePiano Regionale PaesaggisticoPiano di Assetto IdrogeologicoPiano Regionale Attività Estrattive
Iter da avviare (il PST è stato istituito dalla L.R. 21 gennaio 2015, n. 1).In itinere (il PPR è stato preadottato con DGR 23 gennaio 2012, n. 43, successivamente integrata dalla DGR 16 maggio 2012, n. 540).PAI approvato con DPCM 10 novembre 2006; 1° aggiornamento adottato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere con deliberazione 18 luglio 2012, n. 125; Disposizioni regionali emanate con DGR 28 aprile 2008, n. 447 e con DGR 13 luglio 2015, n. 853.PRAE approvato con DCR 9 febbraio 2005, n. 465.

I PIANI TERRITORIALI PROVINCIALI

PERUGIATERNI
PTCP approvato con DCP 23 luglio 2002, n. 59. Variante tematica n. 1 “Sviluppo della produzione di energia eolica. Soglie di incompatibilità” e “Linee guida per la individuazione delle aree sensibili all’inquinamento elettromagnetico” approvata con DCP 3 febbraio 2009, n. 13.PTCP approvato con DCP 14 settembre 2000, n. 150. Variante alle NTA approvata con DCP 2 agosto 2004, n. 133.
  • La previsione del Piano Urbanistico Strategico Territoriale (PUST), contemplata nella L.R. 13/2009, è stata superata dall’introduzione del Programma Strategico Territoriale (PST) nel Testo Unico del territorio e materie correlate (L.R. 1/2015), che peraltro assegna un ruolo significativo al Piano Paesaggistico Regionale (PPR).
  • Viene sancito, con ciò, il superamento del livello di pianificazione territoriale regionale; d’altra parte, resta sostanzialmente confermata l’articolazione generale degli strumenti di pianificazione di area vasta, che vede il PST e il PPR quali strumenti di competenza regionale, il PTCP quale strumento di livello provinciale e il PRG (Strutturale e Operativo) quale strumento di pianificazione comunale.
  • Nel nuovo quadro normativo, le due Province avrebbero dovuto elaborare i propri PTCP non più con valenza esclusiva in materia di paesaggio, bensì secondo un’impostazione tesa a concorrere alla formazione del PPR e del PST, oltre che al coordinamento della pianificazione comunale ed intercomunale.
  • Analogamente, secondo le direttive della L.R. 1/2015, ai Comuni spetterebbe il compito di concorrere alla definizione del PPR con i contenuti paesaggistici dei piani regolatori generali.
  • Poiché ad oggi non risulta concluso l’iter approvativo del Piano Paesaggistico Regionale e non è stato predisposto il Programma Strategico Regionale, le due Province non hanno potuto procedere alla formazione dei propri PTCP in linea con il nuovo impianto normativo.

4. LO STATO DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE

Documento di Programmazione Economico e FinanziariaPiano Operativo FESRProgramma di Sviluppo RuralePiano Energetico RegionalePiano di Gestione dei RifiutiPiano Regionale dei TrasportiPiano Regionale di Tutela delle AcquePiano di Tutela della Qualità dell’Aria
DEFR 2019-2021 approvato con DCR 13 dicembre 2018, n. 288.POR FESR 2014-2020 approvato dalla Commissione Europea con Decisione C(2015)929; modifiche approvate dalla Commissione Europea con Decisioni C(2017)1625, C(2017)7788, C(2018)4501.PSR 2014-2020 approvato dalla Commissione Europea con Decisione C(2015)4156; modifiche approvate dalla Commissione Europea con Decisione C(2018)8505.SEAR (Strategia Energetico-Ambientale Regionale) 2014-2020 approvata con DCR 7 novembre 2017, n. 205.PRGR approvato con DCR 5 maggio 2009, n. 300.PRT 2014-2020 approvato con DCR 15 dicembre 2015, n. 42.PTA approvato con DCR 1 dicembre 2009, n. 357. Aggiornamento 2016-2021 approvato con DCR 28 agosto 2018, n. 260.PRQA approvato con DCR 17 dicembre 2013, n. 296.
  • In linea con lo scenario delineato dal DST (Disegno Strategico Territoriale) del 2008 e dai lineamenti del PUST (Piano Urbanistico Strategico Territoriale) del 2010, Il quadro definito dal Piano Regionale dei Trasporti (PRT 2014-2020) è molto rilevante per le tematiche di accessibilità “macro” territoriale (l’Umbria nel contesto nazionale ed europeo).
  • Restano attuali le riflessioni riportate nel Rapporto 2016 in merito alla sostenibilità e alla realizzazione nel medio periodo di alcuni grandi progetti infrastrutturali già contemplati nel PRT 2004-2013, come la conversione della E45 in autostrada, l’ultimazione della E78 Fano-Grosseto, il raddoppio ferroviario Orte-Falconara, etc., anche alla luce dell’attuale programmazione nazionale. Sono pienamente condivisibili, d’altra parte, gli indirizzi innovativi inerenti al trasporto pubblico (BRT) e le conseguenti “razionalizzazioni selettive” tra le diverse modalità di trasporto (TPL su gomma e ferro), nonché la previsione di interventi diffusi sui nodi di interscambio (auto – trasporto collettivo).
  • Il potenziamento delle stazioni ferroviarie come hub della mobilità sostenibile, come pure le linee guida per l’elaborazione strategica dei Piani urbani della mobilità sostenibile (PUMS), sono temi fortemente sostenuti dalla Sezione INU Umbria, in accordo con il programma di attività sull’Agenda Urbana regionale.

5. AREE CRITICHE E TEMI SPECIFICI

La programmazione relativa alle Aree Interne e all’Agenda Urbana (temi peraltro richiamati nel “Quadro Strategico Regionale 2014-2020” e nel Programma di Governo “Umbria 2020”) costituisce un elemento di indubbia rilevanza  nella strategia territoriale di intervento nel ciclo di programmazione 2014-2020.

Nel dibattito della Sezione INU Umbria, sono emerse alcune riflessioni che tengono conto del lungo percorso della pianificazione territoriale e della programmazione strategica sviluppato dalla Regione Umbria.

  • Il tema della territorializzazione dello sviluppo ha trovato piena codificazione nel DST (Disegno Strategico Territoriale) del 2008, incentrato su progetti strategici territoriali e tematici ben definiti e condivisi, sui quali indirizzare le risorse finanziare derivanti dai programmi POR FESR, POR FSE, PSR, etc.. Tale aspetto è stato poi ripreso nel PPR (Piano Paesaggistico Regionale), mentre a livello comunale molte Amministrazioni dell’Umbria si sono dotate di uno strumento strategico con i QSV (Quadri Strategici di Valorizzazione) introdotti dalla L.R. 12/2008 recante norme per i centri storici. Si pone oggi l’esigenza di non disperdere questo background, che merita di essere approfondito o aggiornato con le strategie delle Aree Interne e dell’Agenda Urbana.
  • Entrambe le strategie territoriali richiedono forte partecipazione e condivisione, pertanto si rende necessario un ampio coinvolgimento della cittadinanza, dell’associazionismo e del tessuto economico-produttivo nella costruzione delle iniziative.
  • La stessa configurazione del sistema insediativo dell’Umbria (costituito da tanti piccoli centri e pochi poli urbani) pone l’esigenza di un più stretto raccordo tra i due strumenti (Aree Interne ed Agenda Urbana), con sinergie in grado di superare la dimensione comunale non più appropriata per una corretta lettura delle dinamiche territoriali. In tal senso, la Regione Umbria potrebbe assumere un importante ruolo di coordinamento tra le varie realtà coinvolte nei due programmi. Andrebbe altresì elaborata una visione globale su scala regionale, poi elaborata e messa a punto dalle singole realtà territoriali.

Per quanto attiene all’azione di governo regionale messa in campo a seguito degli eventi sismici verificatisi nel 2016, con Ordinanza n. 2 del 27 dicembre 2016 la Presidente della Regione Umbria, in qualità di Vice Commissario del Governo, ha istituito l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione Umbria, con sede principale a Foligno (presso il Centro Regionale di Protezione Civile) e con sede decentrata a Norcia, per assicurare una maggiore vicinanza alla popolazione maggiormente colpita.

Oltre all’emanazione di appositi decreti del Vice Commissario, va sottolineata, per l’Umbria, l’emanazione di una legge regionale per la ricostruzione post sisma: si tratta della L.R. 22 ottobre 2018, n. 8 recante “Norme per la ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici del 24 agosto 2016, 26 e 30 ottobre 2016 e successivi. Modificazioni ed integrazioni a leggi regionali”.

Tra gli elementi cardine della legge vi sono la riduzione della vulnerabilità sismica e il rafforzamento della percezione di sicurezza delle popolazioni, da perseguirsi anche mediante un migliore integrazione tra strumenti urbanistici e piani di protezione civile. Viene inoltre affrontato il tema delle delocalizzazioni, laddove le condizioni delle aree di sedime attuali di edifici e insediamenti non siano in grado di garantire sicurezza o per incrementare la sicurezza degli insediamenti e degli spazi pubblici.

Appare senz’altro condivisibile, nell’impianto normativo, l’introduzione di contenuti di programmazione strategica finalizzati alla ripresa socio-economica delle aree colpite. Oltre a dettare norme urbanistiche ed edilizie per la ricostruzione e la riqualificazione degli insediamenti, il provvedimento introduce infatti, al Titolo II,  importanti disposizioni relative alle politiche per lo sviluppo del territorio regionale interessato dagli eventi sismici, da attuarsi mediante un ciclo programmatico che comprende, tra l’altro, la definizione degli indirizzi pluriennali attraverso un master plan per lo sviluppo della Valnerina e del comune di Spoleto.

Vanno altresì rimarcate positivamente le iniziative della Giunta Regionale volte alle modifiche del POR FESR e del Programma di Sviluppo Rurale.

Riguardo al POR FESR, la Commissione Europea, con Decisione C(2017)7788 del 16 novembre 2017, ha approvato le modifiche al Programma Operativo Regionale FESR 2014-2020 della Regione Umbria inserendo  un Asse multi-obiettivo  per la  “Prevenzione sismica e sostegno alla ripresa dei territori colpiti dal sisma”, dotato di un insieme di azioni per poter ricreare  le condizioni ante terremoto.

Per quanto attiene al Programma di Sviluppo Rurale, la Regione Umbria ha provveduto ad attivare le relative modifiche a seguito del contributo di solidarietà di Regioni e Ministero per le aree del cratere, destinando le risorse aggiuntive al mantenimento e allo sviluppo economico delle attività agricole ed agroambientali, al fine di evitare lo spopolamento delle zone colpite.

MARCHE

Tratto dal Rapporto dal Territorio INU 2019

1. IL QUADRO DI SINTESI SOCIO-ECONOMICO

Con una popolazione di 1.538.055 residenti e 645.813 famiglie, le Marche rappresentano una Regione a media dimensione, con dinamiche demografiche che nell’ultimo triennio che hanno fatto registrare un calo nella media nazionale (-0,37%).

Posizione di media classifica sul piano economico: undicesima per valore aggiunto ai prezzi base (36.796 euro nel 2016 ) e problematica risulta la situazione del mercato del lavoro, con una struttura economica ancora segnata dalla crisi, che nell’ultimo anno (2017-18) ha fatto registrare una decrescita di occupati pari al 2,31% (a livello nazionale si è verificato un incremento del 1,35%), e il 4,65% di occupati in più nel settore delle costruzioni (a livello nazionale si è verificato un incremento del 0,50%). Nel 2017 il tasso di disoccupazione è stato del 10,70%, più basso quindi del valore nazionale (11,2%).

Secondo le proiezioni ISTAT (scenario mediano), nel 2065 l’andamento della popolazione residente tenderebbe ad una diminuzione (-15,57%), superiore al dato nazionale (-10,72%), con un incremento significativo dell’indice di anzianità pari al +59,38%), superiore al dato nazionale (+68,18%).

Il settore delle costruzioni, per quanto riguarda i nuovi edifici o loro ampliamenti nel periodo 2005-2015, ha segnato un calo significativo, pari al -88,49%, di poco superiore al dato nazionale (-84,11%). Di contro, nel periodo 2015-2017 il consumo di suolo ha registrato un incremento pari al +0,42%, superiore di poco al dato medio nazionale (+0,43%).

Infine, in relazione alla spesa dei Programmi Operativi Regionali 2014-2020, nel 2018 la Regione presenta un avanzamento del 4,65%, molto inferiore al dato più significativo della Regione Emilia Romagna pari al 25,70%.

2. LO STATO DELLA LEGISLAZIONE REGIONALE

Legge Urbanistica RegionaleLegge Regionale sul Consumo di SuoloLegge Regionale sulla Rigenerazione urbana
L. R. 34/92 “Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio” (modificata con L.R. 16 agosto 2001 e L. R. n. 2/2011) In itinere la nuova Legge per il Governo del TerritorioL. R. 22/11 “Norme in materia di riqualificazione urbana sostenibile e assetto idrogeologico (…)In itinere nella nuova Legge per il Governo del Territorio
  • Relativamente allo stato della legislazione regionale, la mancata redazione della riforma urbanistica regionale di fatto conferma il quadro del precedente RdT. Occorre aggiungere che la nuova Giunta regionale insediatasi nel 2015 aveva proprio nel corso del 2016 riavviato il percorso di riforma. Oltre alla riflessione sui nuovi strumenti per il governo del territorio erano emerse numerose temi di carattere innovativo di cui tenere conto nella nuova legge: i cambiamenti climatici, la longevità e l’invecchiamento della popolazione, la domanda di personalizzazione dei servizi, i flussi migratori, le trasformazioni tecnologiche e infine la richiesta emergente di nuovi spazi pubblici. A questo scopo la regione aveva predisposto delle “Giornate del Territorio” per permettere alla società marchigiana (Istituzioni, Associazioni, Università etc.) di discutere e avanzare proposte sulle questioni più rilevanti. I temi trattati nelle giornate erano incentrate su: 1_La nuova Governance Territoriale; 2_Il territorio delle Marche; 3_La dimensione urbana delle Marche.
  • Tuttavia gli eventi sismici che hanno colpito la Regione a partire da agosto 2016 hanno interrotto il dibattito avviato sulla nuova legge regionale per il Governo del Territorio, ed hanno innescato una lunga sequenza di provvedimenti di tipo straordinario (ad oggi n. 73 Ordinanze del Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione) che hanno interessato tutti i Comuni ricompresi nel cratere sismico (140 Comuni, di cui 87 Comuni della Regione Marche).Tra questi, alcuni si caratterizzano per particolare rilevanza urbanistica e di fatto introducono elementi capaci di affrontare i temi dell’emergenza e della ricostruzione ma utili anche alla pianificazione ordinaria degli altri comuni marchigiani non ricompresi all’interno del cratere.

3. LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE DI AREA VASTA

PIANI TERRITORIALI E DI SETTORE

Piano Regionale TerritorialePiano Regionale PaesaggisticoPiano di Assetto IdrogeologicoPiano Stralcio Difesa AlluvioniPiano Regionale Attività Estrattive
2000 PIT 2008 STRASS 2006-2010  1989 PPAR 2012 PPR (adeguamento) adottato2004 approvato 2016 aggiornamento2008 Piano straordinario bacini idrografici colpiti da eventi alluvionali del 16-26 settembre 2006: approvato2003 Macerata 2003 Pesaro 2005 Ascoli Piceno 2004 Ancona Fermo –non ha ancora il PRAE-

I PIANI TERRITORIALI PROVINCIALI

ANCONAASCOLI PICENOFERMOMACERATAPESARO-URBINO
2003 PTC approvato2007 PTC approvato2015 PTC approvato2001 PTC approvato2000 PTC approvato
  • La riforma istituzionale che ha interessate le Province ha di fatto aperto una fase di riconfigurazione che ha fortemente influenzato le attività di pianificazione e programmazione di tali enti, anche nel territorio marchigiano.
  • In tema di area vasta si segnala peraltro che, nel periodo in esame, anche a seguito dell’attivazione del “Tavolo Tecnico Regionale permanente di Coordinamento dei Contratti di Fiume” (D.G.R. Marche  n. 217 del 18-03-2016), si sono avviati i processi relativi ai Contratti dei seguenti Fiumi: Foglia, Metauro e Torrente Arzilla, Biscubio, Bosso, Burano e Candigliano, Misa-Nevola, Esino, Musone, Potenza, Fiastrone e Lago di Fiastra, Aso, Tesino. I Contratti di Fiume (CdF) sono strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale. I soggetti aderenti al CdF individuano un Comune capofila, e definiscono un Programma d’Azione (PA) condiviso e si impegnano ad attuarlo attraverso la sottoscrizione di un accordo. La pianificazione di area vasta è quindi in un qualche modo “surrogata da pianificazioni intercomunali su temi specifici anche innovativi come le infrastrutture verdi e blu che insieme alle infrastrutture per la mobilità ciclopedonale stanno ridefinendo i contorni dei Piani Territoriali di Coordinamento.

4. LO STATO DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE

Documento Programmazione Economico e FinanziariaPiano Operativo FESRProgramma di Sviluppo RuralePiano Energetico RegionalePiano di Gestione dei RifiutiPiano Regionale dei TrasportiPiano Regionale di Tutela delle AcquePiano di Tutela della Qualità dell’AriaPiano del Demanio Marittimo
2015 approvato2015 approvato2015 approvato 2017 e 2018 modificato2005 (1 PEAR)   2016 (2 PEAR)2015 approvato2009 (1°proposta) 2012 approvato 2015 in corso2010 approvato2010 approvato2015 approvato

Il quadro della Pianificazione e programmazione marchigiana continua a descrive una Regione che non rimane indietro rispetto ai mutamenti del territorio e del quadro normativo; rispetto ai piani riportati nel RdT 2016 che continuano ad essere attivi, nel periodo in esame si rileva:

  • L’avvio del procedimento di approvazione “PIANO DI GESTIONE INTEGRATA DELLE ZONE COSTIERE (PIANO GIZC)”; con D.G.R. n. 1233 del 24 settembre 2018 – BUR n. 85 del 11/10/2018- la Giunta Regionale ha adottato la proposta di Piano; è attualmente in corso la procedura di seconda e definitiva adozione e di Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
  • La proposta di legge regionale n.241/2018, ad iniziativa della Giunta Regionale concernente: “Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale (VIA);
  • La programmazione regionale di investimenti per 46,3 milioni di euro per la realizzazione della “Ciclovia della marche”, rete ciclabile regionale per lo sviluppo della mobilità ciclistica marchigiana. L’investimento consentirà la realizzazione di ulteriori 247 km di ciclabile, per un totale di 432 km di percorsi disponibili: più del doppio di quelli già esistenti (162 km); le principali direttrici di sviluppo coinvolgono la litoranea (individuata come Ciclovia adriatica, nell’ambito del progetto nazionale delle ciclovie turistiche) e le dodici vallate regionali dei fiumi: Foglia, Matauro, Cesano, Misa, Esino, Musone, Potenza, Chienti, Tenna, Ete Vivo, Aso, Tronto.
  • L’istituzione del “Tavolo Tecnico Regionale permanente di Coordinamento dei Contratti di Fiume” (Delibera di Giunta n. 217 del 18-03-2016)

5. AREE CRITICHE E TEMI SPECIFICI

E’ innegabile che il tema specifico della regione Marche sia quello legato alla ricostruzione post sisma o meglio al ruolo e all’efficacia della pianificazione nella ricostruzione. Fra le ordinanze del Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione nei territori dei Comuni delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria particolarmente significative dal punto di vista urbanistico sono:

  • Ordinanza n. 25 del 23 maggio 2017 “Criteri per la perimetrazione dei centri e nuclei di particolare interesse che risultano maggiormente colpiti dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016”.
  • Ordinanza n. 39 del 8 settembre 2017 “Principi di indirizzo per la pianificazione attuativa connessa agli interventi di ricostruzione nei centri storici e nuclei urbani maggiormente colpiti dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016”.

A cui si aggiungono le due Leggi: L.R. Marche n.25 del 2/8/2017 “Disposizioni urgenti per la semplificazione e l’accelerazione degli interventi di ricostruzione conseguenti agli eventi sismici del 2016” e L.R. Marche n.1 del 04/01/2018 “Nuove norme per le costruzioni in zone sismiche nella regione Marche”.

I contenuti dei diversi dispositivi normativi nei fatti evidenziano alcune questioni che sono alla base della efficacia del processo di ricostruzione:

  • Esigenza di uno snellimento procedurale, ovvero i tempi imposti dalla ricostruzione, specialmente nella fase di emergenza non sono compatibili con quelli “ordinari” della pianificazione. In questo contesto l’Urbanistica, nella sua componente abilitativa è vista come un impaccio burocratico, mentre nella sua componente programmatoria è vista come un elemento sovrastrutturale.
  • Esigenza di una strategia territoriale per supportare la ricostruzione, ovvero il sisma impone già nella fase di emergenza alcune scelte di tipo strategico che vanno da quelle localizzative (cosa ricostruire prima e soprattutto dove ) a quelle più generali di ruolo e posizionamento dei territori colpiti dal sisma (per chi vengono ricostruiti gli edifici e per cosa saranno utilizzati)

A partire dal quadro di contesto e dalle esigenze espresse dai territori colpiti, regione Marche insieme ad ISTAO hanno promosso nel 2018 la costruzione del “PATTO PER LA RICOSTRUZIONE E LO SVILUPPO» con l’obiettivo di costruire dal basso una piattaforma strategica di sviluppo con il contributo di 22 soggetti rappresentativi delle principali categorie della comunità regionale (rappresentanti delle associazioni economiche, enti universitari, amministratori, sindacati etc.)

Lo scenario della pianificazione regionale restituisce quindi un territorio a doppia velocità dove gli 87 comuni della Regione compresi nel cratere, pur nelle difficoltà della ricostruzione hanno a disposizione strumenti normativi innovativi: come il DDR Documento Direttore per la Ricostruzione che fornisce un inquadramento a carattere strategico per orientare le azioni dell’Amministrazione comunale nei diversi ambiti di intervento e coordinare la mobilitazione delle risorse economiche o la SUM Struttura Urbana Minima a cui è demandato il compito di avviare la riduzione del rischio sismico a scala urbana per poi diventare parte del PRG.

E’ innegabile quindi che l’applicazione di tali strumenti debba costituire una sperimentazione indispensabile per la definizione della nuova Legge Urbanistica regionale.